Citazione della settimana

“Credi in te stesso quando nessun altro lo fa.

Ciò ti rende all’istante un vincitore."

Grifo, commenti post-partita: Perugia-Cagliari 0-5

Doveva essere la partita del rilancio ed invece è stata una serata da incubo, una partita che sembrava non finire mai.

La squadra nei primi minuti sembrava avesse in corpo un ardore straordinario poi di fronte alle prime difficoltà si è smarrita e non ha saputo più trovare la forza e la lucidità necessaria per rimettersi in carreggiata.

Nonostante lo schema iniziale 3511 poteva indurre a pensare erroneamente ad un assetto iniziale difensivo, il campo ha mostrato l’esatto opposto: l’avventato squilibrio nell’assetto tattico è stato una delle cause principali di questa debacle. Il braccetto di destra Rosi spingeva in continuazione sulla destra; Iannoni e Kouan erano concentrati molto più alla fase offensiva che quella difensiva mossi dalla benevola volontà di andare in goal; Lisi e Casasola per vocazione spingevano come consuetudine; Luperini vista l’alta densità offensiva dei nostri uomini evidenziava i suoi evidenti limiti nel giocare nello stretto; le caratteristiche del nostro false nueve Olivieri, tanto generoso quanto disordinato e pasticcione, non erano confacenti ad essere l’unico terminale offensivo. Questo squilibrio tattico, unito alla classe dei giocatori del Cagliari e ad alcuni nostri errori individuali ha fatto il resto. Non credo che il presidente, sicuramente non esente da colpe in questa stagione, abbia scelto la formazione né tantomeno l’assetto tattico iniziale, anzi è andato in panchina avvalorando ancora di più la sua buona fede, mettendoci la faccia.

Sul 2 a 0 la squadra si era già smarrita e si aveva la chiara percezione che neanche se ci avessero fatto giocare altri 45’ avremmo segnato neanche il goal della bandiera.

Una squadra che viene umiliata in casa in un momento così delicato della stagione ha inevitabilmente dato origine alla contestazione. Il lancio di petardi e l’eccessivo accanimento contro colui che ha scritto, volenti o nolenti, un pezzo della nostra storia, sono episodi che potevano essere evitati anche perché non danno nessun valore aggiunto al messaggio che si voleva lanciare. Sicuramente il gesto di togliere gli striscioni dalla curva o l’ironia del coro “… portaci in Europa” sono mezzi comunicativi molto più forti, efficaci e civili rispetto al lancio di petardi vicino al portiere avversario, gesto che avrebbe potuto causare il ferimento del giocatore avversario che invece stoicamente non ha battuto ciglio (bravo e impavido Radunovic), la sospensione della partita e la conseguente squalifica del campo. Credo che la civiltà debba venire prima di tutto. La vera dimostrazione di forza di un gruppo consiste nell’esercitare la propria legittima facoltà di contestare e opporsi a ciò che si ritiene la causa dei problemi della causa comune, senza però sfociare nella violenza. Certi atteggiamenti non ci appartengono per storia e per etica calcistica. Ho sempre nutrito grossa ammirazione per l’Armata Rossa e per gli Ingrifati per la loro tenacia ed i valori positivi che incarnano da decenni e pertanto voglio credere che c’entrino solo marginalmente con questi atti poco civili. Ogni tifoso deve avere il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero senza necessariamente essere additato di prostrarsi al padrone. È legittimo contestare facendo qualche coro tagliente contro la società ma è altrettanto legittimo credere che le cause di questa annata travagliata siano svariate e non necessariamente tutte riconducibili alla proprietà. Lui sceglie gli uomini, il budget ma poi ha dei collaboratori che dovrebbero portare avanti il tutto cercando di massimizzare i risultati. Cosa che quest’anno non è avvenuta. Secondo me la situazione attuale è un po' più complicata e ricca di sfaccettature di quanto la si vuole dipingere … certo è molto più semplice pensare che il colpevole sia uno solo.

Buttare al vento tutto quello che è stato costruito ed ottenuto in quest’ultimo decennio non credo sia un atteggiamento maturo che possa aiutare una piazza a crescere ed a raggiungere una stabilità ed una dignità a cui tutti aspiriamo. Sui paventati cambi di proprietà non mi esprimo in quanto non informato sui fatti e soprattutto perché sarebbe facile cadere nella retorica del … sai cosa lasci e non sai cosa trovi (vedi Reggina). Ognuno è libero di esprimere la propria partigianeria sulla base delle proprie sensazioni e della propria sensibilità.

 

AL

 


PAGELLE

PERUGIA (3-5-1-1)

Furlan 4 – Non pronto per difendere la nostra porta e garantire la necessaria tranquillità al reparto in un momento così delicato. Impaurito

Dal 34' Gori 5,5 – Una delle cose più positive della serata è stato il suo ritorno in campo. Volenteroso

Curado 4 – Mai in partita. Deludente

Rosi 4 – Errori commessi per eccesso di volontà. Nervoso

Dal 45'st Sgarbi 4,5 – Dove è finito il difensore che avevamo ammirato la scorsa stagione? Controfigura

Struna 5,5 – L’unico difensore che ha cercato con ogni mezzo di limitare i danni. Combattivo

Casasola 5 - Sottotono

Lisi 5,5 – Volenteroso come sempre ma meno inspirato del solito. Insoddisfacente

Dal 75' Cancellieri sv.

Santoro 6 – Prova a correre ovunque cercando di lottare come un vero grifone, protestando giustamente e continuamente con il distratto direttore di gara. Con lui i miei voti faziosamente partono d’ufficio dalla sufficienza. Dignitoso

Kouan 5 – Corre molto ma non punge mai. Inoffensivo

Iannoni 5,5 – Uno dei migliori il primo tempo, per corsa e volontà, poi si perde. Tenace

Luperini 5 – Senza spazi a disposizione, non riesce ad esprimere le sue doti da mezzofondista. Impalpabile

Dal 45'st Di Carmine sv. – Avrebbe dovuto giocare dall’inizio e non entrare a risultato acquisito. Per i miracoli non è attrezzato.

Olivieri 5 – Tanto generoso quanto confusionario. Non può giocare come unico terminale d’attacco. Disordinato

Dal 75' Ekong sv.

Fabrizio Castori 4 – Sbaglia questa volta la scelta del terminale offensivo essendo costretto a sostituire l’indispensabile Di Serio e snatura l’assetto e la mentalità paziente tipica delle sue squadre. Irriconoscibile

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